Blocco #6 - Denaro virtuale
Se non c'è un prezzo da pagare, allora non ha valore [Albert Einstein]
Molte persone, come il sottoscritto, soffrono di apatia pecuniaria. Si tratta di un disturbo mentale non riconosciuto, una via di mezzo tra lo stoicismo, l'epicureismo, il trascendentalismo di Thoreau e l'ascetismo di Gandhi. I sintomi comprendono cenni all'utilitarismo di Mill, tracce di Marxismo e un generale disprezzo per il vil denaro. Chi soffre di questo disturbo è spesso povero per scelta. Nel mio caso ho rifiutato offerte di lavoro che avrebbero triplicato lo stipendio, vivo in affitto da trent'anni e stento a chiedere soldi per lezioni e consulenze. Per anni ho creduto che la mia apatia pecuniaria fosse conseguenza del periodo vissuto in povertà. Come la volpe di Esopo, che disprezza l'uva che non può raggiungere, forse avevo sviluppato un'antipatia verso il denaro che non possedevo. Ma quando lo stipendio è migliorato, nulla è cambiato, anzi: sono peggiorato. Ho impiegato mezzo secolo per trovare il bandolo della matassa: il problema era che non avevo capito cosa fosse il denaro.
La mia generazione, cresciuta negli anni '70, è stata la prima a vivere in un mondo dove gli adulti non sapevano rispondere ad una delle domande più naturali:
- Cosa sono i soldi? Perché hanno valore?
Perché è così difficile spiegare la differenza tra un banconota da 10 euro e i soldi del monopoli? Perché non risolviamo i nostri problemi stampando più denaro? Nel mezzo di cammin di nostra vita ho trovato le risposte, e compreso perché odiavo il denaro; la questione è semplice quanto spiazzante: il denaro moderno è completamente virtuale.
Per capire perché dollaro, euro, sterlina e yen sono monete virtuali, partiamo dalla definizione di denaro. Secondo una delle convenzioni più accettate, il denaro è caratterizzato da tre aspetti:
Mezzo di pagamento: posso usarlo per scambiare beni o servizi
Riserva di valore: posso metterlo da parte per un utilizzo futuro
Unità di conto: posso usarlo come unità di misura del valore
In teoria qualsiasi cosa che assolva a queste funzioni è una forma di denaro. In passato tale ruolo è stato svolto da conchiglie, armenti, oro e argento. Il denaro moderno si presenta invece sotto forma di valuta fiat, che è priva di valore intrinseco. Se non sappiamo spiegare ad un bambino perché una banconota da 10€ vale più di un pezzo di carta è perché il denaro moderno è solo carta, il cui valore è garantito dalla legge anziché da un sottostante. Per questo motivo si parla di denaro a corso legale o moneta fiat, dal latino “fatta”, cioè creata dall’uomo.
Ma torniamo ai tre aspetti del denaro. E' interessante notare che la funzione riserva di valore non ha bisogno di un contesto sociale: anche se vivi da solo in una grotta, devi decidere giorno per giorno cosa consumare e cosa mettere da parte. Se nella zona c'è poca acqua ma molta selvaggina, la tua cantina conterrà barili d'acqua. Se l'acqua abbonda ma il cibo scarseggia, la cantina sarà colma di cibi essiccati o affumicati. La scarsità è il criterio principale con cui identificare le riserve di valore, anche per un individuo isolato. Se poi entrano in gioco dinamiche sociali, cioè vuoi scambiare valore con qualcuno, la scarsità continua ad essere uno dei requisiti principali nella scelta del mezzo di scambio. Un esempio moderno è il videogioco Diablo 2, che permetteva ai giocatori di commerciare in game. Nonostante il gioco prevedesse una forma di denaro, i giocatori usavano come mezzo di scambio le Pietre di Jordan, perché più rare delle valuta ufficiale. Ciò conferma che la scarsità è uno dei criteri principali con cui la società decide cosa è il denaro.
- Mezzo di scambio, riserva di valore, denaro... uffa! Fosse per me, tornei al baratto!
Il baratto, la panacea di tutti i mali! Perché lo abbiamo abbandonato?
Consideriamo una società che produca beni diversi: il mugnaio produce farina, il sarto vestiti, il contadino mele eccetera. Se la società produce N beni di tipo diverso, esistono circa N2 scambi possibili. Anticamente baratto e donazione (o lo scambio tacito di favori) funzionavano perfettamente: se in un villaggio circolano 10 tipi di beni, per usare il baratto “basta” concordare sulle tabelle di conversione delle 100 combinazioni possibili. Ma se una società produce migliaia di beni e servizi, il baratto richiederebbe di aggiornare ogni giorno le tariffe dei bilioni di scambi possibili: il baratto funziona bene solo su piccola scala, per cui si dice che non è scalabile.
Un modo di ridurre il numero di scambi, ma continuare ad usare il baratto, è di consentire il baratto solo con un ente centrale. Se tutto il villaggio scambia valore esclusivamente con il mugnaio, allora ci basta una tabella di conversione con N colonne, dove ogni bene viene prezzato in chili di farina. Se mi serve un uovo ma produco mele, prima cedo mele in cambio di farina, poi scambio farina in cambio dell’uovo. Apparentemente sto barattando merci diverse, ma di fatto ho scelto la farina come mezzo di scambio, cioè come forma primordiale di denaro.
Morale: il denaro è la versione semplificata del baratto.
Da questo punto di vista si può dire che il denaro è una forma di baratto centralizzato. Ogni forma di centralizzazione aumenta l'efficienza, al prezzo della centralizzazione stessa, ovvero della fiducia nell'ente centrale. Se scegliamo di usare la farina come denaro, implicitamente ci fidiamo del fatto che la farina continuerà ad essere accettata, e che il mugnaio non la produca a proprio piacimento. Una volta accettato che il denaro è una forma centralizzata di baratto, possiamo capire come e quando è diventato virtuale.
Iniziamo dal concetto di conio, introdotto per verificare facilmente che una moneta contenesse davvero la quantità d'oro dichiarata. Da questo punto di vista il conio è una forma primitiva di firma digitale, poiché certifica l'autenticità e integrità di una risorsa. Ma proprio il conio è stato il responsabile della prima virtualizzazione del denaro, mediante la pratica del signoraggio.
Facciamo un esempio: gestisco una zecca e un cliente mi consegna 100 grammi d'oro, affinché io produca 100 monete da 1 fiorino l'una. Siccome voglio essere pagato per il mio lavoro, potrei decidere di restituire al cliente 99 monete e tenerne 1 come pagamento (cioè 1 grammo d'oro). Oppure potrei coniare 100 monete con valore nominale da 1 fiorino, ma contenenti solo il 99% di metallo nobile, e incassare come pagamento il grammo d'oro restante. Io guadagno comunque 1 grammo d'oro, ma l'esito finale cambia: se conio monete con un piede aureo del 99% di fatto virtualizzo il denaro, perché il suo valore virtuale (nominale) è maggiore del valore reale.
Una seconda virtualizzazione del denaro è avvenuta con la carta moneta, introdotta nel medioevo per scambiare valore a distanza sotto forma di “certificato al portatore”. Scelta sensata, dato che le banconote sono più facili da trasportare (e nascondere) di un forziere pieno di lingotti d'oro. Col tempo le persone hanno iniziato a scambiare direttamente la carta moneta, così gran parte dell'oro depositato come garanzia (il sottostante) ha iniziato a restare fermo nei depositi degli istituti di credito. Le banche, trovandosi a custodire grosse quantità d'oro, senza che nessuno lo reclamasse in cambio di carta moneta, hanno “giustamente” deciso di metterlo a frutto. E' così nato il concetto di riserva frazionaria, per cui ancora oggi circolano molte più banconote di quelle garantite dall'oro custodito nei caveau.
L'ultima virtualizzazione è arrivata con la rivoluzione informatica. Attualmente meno del 5% del denaro in circolazione esiste sotto forma di moneta fisica: il restante 95% è riportato solo nei registri digitali delle banche, cioè è completamente virtuale. Voi credete di possedere euro, ma in realtà avete solo accesso a numeri memorizzati nei server della banca, che non hanno più alcuna relazione con un bene fisico.
Nel dopoguerra il trucco della riserva frazionaria ha portato gli USA a stampare dollari senza preoccuparsi di garantirne la convertibilità in oro. Il giochino è servito a finanziare la guerra del Vietnam, al prezzo della svalutazione del dollaro. Conseguentemente alcune nazioni hanno iniziato a convertire i dollari in oro, minacciando le riserve auree degli States. Per risolvere il problema nel 1971 Nixon ha “temporaneamente” interrotto la convertibilità del dollaro: tutte le banconote del mondo sono diventate istantaneamente nominali, in quanto prive di sottostante. In altre parole il loro valore è diventato convenzionale, cioè virtuale, a seguito del capriccio di un singolo uomo. Da denaro a pezzi di carta con un sol decreto.
Ma non finisce qui. Nei prossimi anni rischiamo di passare all'euro digitale, per cui il denaro potrebbe diventare completamente virtuale, qualcosa che gli enti centrali possono creare, distruggere e congelare con un click. Come vi sentireste se le banconote che tenete in portafoglio potessero sparire da un momento all'altro?
Conclusioni
Nel corso dei secoli il denaro è passato da qualcosa che aveva valore oggettivo e intrinseco, come l'oro e l'argento, a qualcosa che ha solo valore fiduciario, cioè funziona fin tanto che il popolo ha fiducia nell'ente che lo garantisce. Si tratta di un meccanismo viziato, perché gli stati obbligano i cittadini ad accettare la moneta nazionale, da cui una “fiducia” imposta per legge. Ma se è imposta, che fiducia è? Il denaro moderno è una menzogna collettiva a cui abbiamo deciso di credere, anzi: cui siamo obbligati a credere.
Ecco l'origine della mia apatia pecuniaria! Altro che favole di Esopo, ascetismo intellettuale o braccino corto! La mia era semplice ignoranza. Quando ho compreso cos'era il denaro, ho capito che il vero nemico dell'umanità sono l'egoismo e la cupidigia, non la tecnologia sociale che usiamo per scambiare valore. Ho capito che il mio era odio per le valute fiat, la finanza e la pressione fiscale, non per quello che il denaro dovrebbe essere.
Se odiamo il denaro attuale, forse è perché la tecnologia che lo implementa è una chimera, qualcosa che esiste solo nella nostra testa. Odiamo il denaro perché dovrebbe rappresentare il valore o l'energia, invece non rappresenta più nulla. Noi vorremmo trasmettere valore, ma ci troviamo in mano pezzi di carta.