Blocco #8 - Tecnologia cornuta
La vita è una lotta e una conquista perpetua [ F. Nietzsche]
Nelle puntate precedenti abbiamo visto come la legge del più forte sia una delle strategie sociali più diffuse in natura. Si potrebbe pensare che essa sia subìta dai deboli perché più gracili, ma in realtà la legge del più forte è rispettata per tornaconto personale, perché chi non segue il capobranco (o preferisce vivere da solo) ha meno possibilità di sopravvivere. Inoltre il branco potrebbe unire le forze e uccidere il leader mentre dorme, ma ciò non accade quasi mai. Piuttosto, vedi il caso dei leoni, può capitare che una coalizione di individui forti sfidi il leader in carica. Infatti per gli sfidanti è importante che il resto del branco sia testimone del duello, affinché venga ufficializzata la superiorità del vincitore. Per lo stesso motivo il branco accetta che il vincitore elimini la progenie dello sconfitto, perché ciò incentiva la selezione degli individui più adatti a candidarsi come capobranco in futuro.
Qualcosa di simile accade tra gli esseri umani: siamo geneticamente programmati a rispettare il più forte. Molte persone preferiscono servire uno stato, un padrone o un coniuge, rispettandone leggi e autorità. Nessuno ci obbliga a lavorare: siamo a noi scegliere di indossare un guinzaglio, per non patire la fame o vivere d'elemosina. Ammiriamo e prendiamo come modelli i campioni sportivi, le persone facoltose, le stelle del cinema e gli influencer. Veneriamo chi esercita potere sulla società, riconoscendogli il diritto di prelazione sulle risorse.
Viviamo come animali? Assolutamente no, perché nel corso dei secoli abbiamo inventato un modo civilizzato di implementare la legge del più forte: il denaro. In natura, quando il cibo scarseggia, solo il capobranco ha diritto di sfamarsi, e agli altri restano solo gli avanzi. I beni di lusso funzionano in modo simile: essendo scarsi sono assegnati prima ai “più forti”, mediante quella Prova di Forza che noi chiamiamo soldi. Se per incanto apparissero dal nulla qualche decina di miliardi di yacht, probabilmente anche ai più poveri ne spetterebbero uno. Dal punto di vista economico ciò si potrebbe spiegare dicendo che l'incremento dell'offerta ha fatto crollare il prezzo degli yacht, ma dal punto di vista biologico potremmo semplicemente dire che gli yacht non sono più scarsi, quindi non abbiamo bisogno di servire il capobranco nella speranza di scroccare una gita in barca.
L'idea di essere governati dalle stesse leggi degli animali può apparire squallida, ma ciò è conseguenza della nostra ipocrisia. Il processo di civilizzazione umana può essere associato ad invenzioni come l'agricoltura e l’allevamento, che di fatto sono l’applicazione della legge del più forte su animali e vegetali. Nel momento in cui l’uomo domina su piante e animali, affermandosi come capobranco delle forme viventi, lo fa in virtù della legge del più forte. Noi indoriamo la pillola parlando di civilizzazione, ma per gli animali è una forma di schiavitù.
Fortunatamente la somiglianza tra società umana e animali presenta anche dei lati positivi. Ad esempio, quando i lupi combattono per stabilire chi è il più forte, lottano attraverso giochi, rituali, segnali e posture. A differenza dei leoni, i lupi scelgono il leader senza uccidersi tra loro. Ciò significa che, almeno nel caso dei canidi, il tratto “combatti il tuo simile senza ucciderlo” è stato favorito dalla selezione naturale. Per nostra fortuna questo tratto esiste anche nel DNA umano. Ogni giorno leggiamo sui giornali di omicidi, violenze, guerre e atrocità, ma queste notizie riguardano una minoranza individui, coloro che si sono spinti in condizioni talmente estreme da superare l'istinto di non uccidere. Quando un marito litiga con la moglie, afferra un coltello e lo ripone immediatamente sul tavolo, l'episodio non finisce sui giornali. Siamo vittime di un bias informativo che dipinge la razza umana come brutale e violenta, perché non vediamo il quadro complessivo. Ogni giorno milioni di persone pensano di uccidere il vicino di casa, un automobilista scorretto, il coniuge, un genitore o il capo ufficio, ma non lo fanno. Si limitano a sputtanarlo, insultarlo sui social network, suonare il clacson o alzare il dito medio. Siamo stati selezionati per risolvere le dispute senza ucciderci ma lo abbiamo dimenticato, accecati dalla violenza delle eccezioni. Anche in questo caso, l'albero che cade fa più rumore della foresta che cresce1.
Nei resoconti di guerra si parla raramente del tratto pacifista che condividiamo coi lupi. Durante la tregua di Natale del 1914 i soldati alleati e tedeschi smisero di combattere per scambiarsi cibo e doni, e giocare a calcio. Nel corso della guerra civile americana pare che molti soldati sparassero in alto, piuttosto che agli avversari. Esistono resoconti di episodi in cui gli equipaggi dei carri armati si affrontavano in modo cavalleresco, cercando di distruggere il mezzo nemico ma preservando la vita dell'equipaggio. Dopo una battaglia navale è normale che il vincitore presti soccorso anche ai naufraghi nemici. Per questo motivo che i militari vengono addestrati ad obbedire agli ordini: la natura ci ha selezionato per sacrificarci, non per uccidere. Infatti diciamo “vado a morire per la patria”, non “vado ad uccidere per la patria”. Se devi addestrare qualcuno a combattere, per prima cosa devi vincere il suo naturale istinto pacifista: gli devi insegnare ad uccidere un estraneo, perché questo non è un tratto dominante del nostro patrimonio genetico2.
La similitudine tra branchi di lupi e società umana si applica anche nel contesto dell'organizzazione sociale. Tutti, all'interno del branco, rivestono un ruolo, compresi i deboli e gli indifesi. Finora abbiamo enfatizzato solo i compiti del capobranco, che sono:
Procacciare le risorse e difenderle dai nemici
Permettere agli altri membri del branco l'accesso alle risorse (e/o di accoppiarsi)
Ma anche gregari, sudditi e sottoposti hanno delle funzioni, ovvero:
Attribuire valore alle risorse catturate dal capobranco
Chiedere permesso al capobranco per accedere alle risorse (e/o accoppiarsi)
Facciamo un esempio: se un branco di animali vive in un ambiente molto arido, il gruppo potrebbe scegliere di seguire gli individui più adatti a difendere l'accesso alla fonte d'acqua. Ciò significa che il branco attribuisce valore alla risorsa “acqua” e che essa viene difesa dal capo branco, innescando un circolo vizioso: il capobranco ha potere perché custodisce una risorsa di valore, la quale ha valore perché il resto del branco la considera preziosa. Se a causa di un mutamento ambientale l'acqua diventasse una risorsa abbondante e accessibile, il potere del capobranco verrebbe messo in discussione, e un nuovo leader potrebbe farsi avanti, più adatto alle nuove esigenze. In sintesi, quando un sottoposto attribuisce valore ad una risorsa, egli modifica il “sistema elettorale” con cui viene scelto il capobranco.
Specie diverse hanno sviluppato modi differenti di stabilire le gerarchie: le formiche usano il ruolo assegnato alla nascita, i leoni l'omicidio, i lupi il confronto rituale. Una strategia sociale molto interessante è quella delle corna degli erbivori. A differenza dei carnivori, che hanno zanne o artigli per procurarsi il cibo, agli erbivori solitamente non servono armi per catturare le risorse: il loro “denaro” cresce letteralmente sugli alberi. Ma hanno comunque bisogno di difendersi (per tenere basso il BCR del branco) e di un criterio per risolvere le dispute. La natura avrebbe quindi potuto dotarli comunque di zanne e artigli, invece ha preferito munirli di corna. Perché questa scelta?
Le corna degli erbivori sono un esempio di tecnologia sociale che serve sia a difendere il branco, sia a risolvere le dispute, ma è ottimizzata per non ferire i propri simili. Le corna di un cervo infliggono molti danni al predatore che lo attacca, ma pochi al cervo che sfida il capobranco. Più le corna sono attorcigliate e contorte, meglio assolvono al compito, cioè essere letali per le altre specie ma poco pericolose per la stessa specie. Quando due cervi combattono tra loro le corna si incastrano, riducendo al minimo il danno intraspecie. Ma quando un cervo viene aggredito da un lupo, che non ha corna con cui contrastare quelle avversarie, il danno interspecie diventa importante. Ciò funziona tanto meglio quanto più le corna sono attorcigliate e contorte, cioè strane.
Una cosa simile avviene nella società umana. Se confrontiamo il diritto legale con i protocolli crittografici, potremmo associare la legislazione alle zanne e l'informatica alle corna. Infatti sono entrambi criteri che regolano l'accesso alle risorse. Il primo è garantito dalla violenza fisica (forze dell'ordine e reclusione), il secondo da una strana e sofisticata tecnologia, implementata da un protocollo pacifico. Agli occhi di un ignorante la crittografia appare inutile, contorta e strana, un po’ come le corna dei cervi, ma proprio per questo essa potrebbe permettere l'implementazione di nuove strategie sociali. L'informatica potrebbe essere la chiave per risolvere le dispute senza dover inseguire, arrestare e incarcerare chi minaccia la convivenza civile.
La somiglianza tra le corna dei cervi e la crittografia funziona anche nel contesto dell'analogia tra la Proof of Work (PoW), utilizzata in ambito informatico, e la Prova di Forza, impiegata in natura per risolvere i conflitti e controllare l'accesso alla risorse. Gli animali considerano efficiente dar sfoggio della potenza fisica tramite una Prova di Forza, anziché consumare tutte le energie a loro disposizione. Tale Prova di Forza, come ad esempio l'atto di ringhiare, abbaiare o soffiare, sembra energia sprecata ad un'analisi superficiale, perché apparentemente inutile, ma in realtà è un modo di difendere le risorse minimizzando il consumo energetico. Similmente la Proof of Work informatica sembra energia sprecata agli occhi di un profano, ma potrebbe essere un modo efficiente di gestire l'accesso alla proprietà privata, in particolar modo a quella risorsa astratta che noi chiamiamo denaro. Se la somiglianza vi sembra plausibile la domanda sorge spontanea: preferiamo un sistema di potere edificato sulla punizione e reclusione dei disobbedienti, o sulla pacifica implementazione di nuovi protocolli informatici?
La credenza per cui solo l'uomo uccide i propri simili non è accurata. Esistono numerosi episodi di "omicidio intraspecifico" o "cannibalismo intraspecifico" tra leoni, formiche, topi e delfini. E’ il tratto “pacifista” del branco che rende “civilizzata” una specie (come nel caso dei lupi).
Un esempio interessante riguarda la mortalità nel “selvaggio west”. A causa della violenza di pistoleri, banditi e pellerossa hanno perso la vita qualche migliaia di persone nel corso di molti decenni. Al contrario, nei quattro anni della guerra civile americana, hanno perso la vita oltre seicentomila persone. Ciò suggerisce che la violenza innata, per quanto brutale, sia meno dannosa di quella organizzata.