Blocco#19 – Organismi nazionali
Dita incrociate aspettando l'incornata, addio toreador e in culo alla nazione [Punkreas]
La biologia insegna che le creature viventi hanno principalmente due modi di combattere l'entropia: evolvere o cooperare. La cooperazione implica agire in gruppo, da cui il problema di risolvere le dispute, conquistare le risorse e stabilire la legittima proprietà. La soluzione più comune al problema è l’adozione di una gerarchia sociale, solitamente basata sul potere fisico (forza bruta) o su un’ideologia astratta (credenze, diritti, leggi).
Secondo l'antropologo Peter Turchin, le gerarchie basate su un potere astratto incoraggiano la cooperazione su larga scala. Con la forza fisica non è facile imporre un’unica gerarchia a milioni di persone. Al contrario, con la giusta narrativa, è possibile diffondere un'ideologia sull’intero pianeta. Ma siccome un gruppo sociale è un insieme di individui che accetta gli stessi valori (tra cui l’ideologia), si innesca un circolo vizioso: credere nella stessa ideologia aumenta le dimensioni del gruppo, che a sua volta amplifica e reifica la percezione del potere astratto.
La questione riguarda sia le creature unicellulari che gli animali e – come discusso nell'ambito della teoria di proiezione di potere - anche i nuclei sociali. I primi organismi cellulari si sono evoluti in aggregati complessi unendosi tra loro. Un esempio è la fagocitosi, che ha portato alla nascita delle cellule eucariotiche. Similmente gli esseri umani sono passati da piccoli nuclei familiari a clan, tribù, villaggi, città, reami e imperi. Tale transazione ricorda quella dell’evoluzione biologica, poiché le nazioni moderne sono nate in seguito a conquista (guerra), cooperazione (fusioni e alleanze) o contestazione del potere (secessioni e rivoluzioni).
In sintesi, l'adozione su larga scala della strategia cooperativa ha unificato gli esseri umani in gruppi sempre più numerosi, quali stati e nazioni, in sinergia con la transizione da gerarchie basate sul potere fisico a quelle fondate sul potere astratto. Non a caso il potere astratto presenta gli stessi vantaggi della civilizzazione:
Nasconde violenza, sangue e brutalità agli occhi dei cittadini
Consente una società pacifica e prosperosa (ma più vulnerabile)
Richiede poca energia (cioè poca forza fisica) per decidere chi ha ragione e chi torto
La somiglianza tra biologia e organizzazione sociale suggerisce di analizzare la storia dell’umanità dal punto di vista dell'evoluzione cellulare. Anticamente si avevano piccole cellule indipendenti (gli esseri umani) collocate in un ambiente ostile, che nel Blocco #3 abbiamo associato a un certo livello di ostilità, chiamato livello CCCH (Congested, Contested, Competitive, Hostile). Tale livello è ignoto, perché non misurabile, ma permette di visualizzare il margine di prosperità di una creatura vivente, che è definito come la distanza tra il rapporto costi-benefici della creatura (Benefits-Costo-Ratio, ovvero BCR) e il livello di ostilità dell'ambiente (figura 2).
Per aumentare il margine di prosperità le “cellule umane” hanno imparato a unire le forze, sommando i rispettivi fattori di attacco CA (Cost of Attack) ma tenendo separate risorse e ricchezze (il fattore BA: Benefit of Attack). Ciò ha dato vita a clan, città, villaggi, reami, stati e nazioni. Questa strategia è il punto di Schelling di molte forme di vita: siccome tutti si aspettano che gli altri uniscano le forze, tutti uniscono le forze.
Il processo si è poi ripetuto su larga scala, producendo “aggregati di nazioni” come la NATO, il Patto di Varsavia, l’Unione Europea, i BRICS. Alla fine, a forza di condividere i loro fattori d'attacco CA, gli aggregati iniziano a condividere anche risorse e valori, tramutandosi in “organismi” con un enorme fattore BA condiviso. Ciò somiglia a quanto avvenuto nell’evoluzione biologica, in particolare nel caso dello sviluppo delle cellule eucariote, e la conseguente proliferazione di organismi pluricellulari. La differenza è che, quando l’organismo pluricellulare è uno stato nazionale, la crescita del suo fattore di attacco CA non si manifesta come aculei, spine o artigli, ma come corsa al riarmamento su scala mondiale.
Se questa analisi è corretta allora la guerra sarebbe un fenomeno che si autoalimenta tramite un circolo vizioso. Gli esseri umani si aggregano in nazioni e alleanze per unire le forze, in modo da evitare di essere sottomessi da un'ideologia straniera (o allo scopo di demolirla perché pericolosa). Ma così facendo producono nuclei sociali più vasti, che corrispondono a poteri astratti più centralizzati, e quindi più vulnerabili1.
Tanto più una società è popolosa, forte e vulnerabile, tanto più elevato è il suo rapporto BCR, per cui essa diventa facile preda dei più golosi cacciatori-narratori. La conseguenza è che più gli aggregati sociali sono numerosi, più è facile che essi siano governati da individui corrotti o egoisti2, che spesso possono essere detronizzati solo con la forza (guerre o rivoluzioni).
C'è un altro motivo per cui l'attuale divisione del pianeta in stati e nazioni è preoccupante. I mammiferi sono stati governati dalla legge del più forte per milioni di anni, mentre reami e imperi sono durati poche migliaia di anni, che è un lasso di tempo brevissimo dal punto di vista biologico. Ciò suggerisce che reami e imperi potrebbero essere un esperimento genetico fallito, una forma di gerarchia sociale estinta, rimpiazzata dalle più recenti repubbliche e democrazie. Perciò, siccome i concetti di stato e nazione hanno pochi secoli di vita, anche l’esistenza degli stati nazionali potrebbe essere una strategia evolutiva tutt'ora in fase di collaudo.
Proviamo a riassumere quanto espresso negli ultimi capitoli:
Gli esseri umani hanno l'arroganza di reputarsi diversi dagli animali e di potersi affrancare dalle leggi di natura. Conseguentemente condannano l'uso della forza fisica per risolvere le dispute, conquistare risorse e trovare consenso sulla legittima custodia della proprietà; in sua voce adottano un sistema morale, religioso o politico, basato su un potere immaginario. Si innesca così un meccanismo di rinforzo positivo: il potere astratto condanna la forza fisica, rendendo accettabili gli svantaggi del potere centrale, per cui ogni generazione è più docile e addomesticata della precedente (leggi “civilizzata”).
Col tempo i cacciatori-narratori più scaltri assumono il controllo del nucleo sociale, e aumentano il numero dei proseliti, per cui le società diventano più popolose e il potere si concentra in gruppi sempre più ristretti. Ciò espone la società a due tipi di attacco: conquista dall'esterno, perché siamo più mansueti, e corruzione dall'interno, perché i disonesti sono avvantaggiati nell'arrivare ai vertici della piramide. Inoltre, una volta ottenuto il potere, i leader cambiano le regole a proprio vantaggio, per non essere detronizzati.
A tutto ciò la natura umana reagisce con guerre e rivoluzioni, che servono a impedire a un'unica forma di potere di imporsi sull'intera razza umana. Ma guerre e rivoluzioni alimentano il suddetto meccanismo, perché spingono le regioni a unirsi in nazioni e le nazioni a unirsi in alleanze, da cui un escalation di poteri sempre più centralizzati.
In estrema sintesi: la condanna degli esseri umani nei confronti della forza fisica è uno dei motivi per cui siamo oppressi dai governi e viviamo in stato di guerra permanente, in questi giorni pericolosamente vicina. Piuttosto di fare a pugni col vicino o tirare il collo a una gallina, sosteniamo governi che producono armi e bombardano chi crede in ideologie diversa dalla nostra. Ci illudiamo di vivere in pace per non ammettere che la pace è solo una pausa, più o meno lunga, tra due guerre. Più diamo forza ai governi, più rischiamo una guerra globale e devastante.
Ovviamente ci sono dei vantaggi, altrimenti non avremmo mai intrapreso questa strada. E’ sensato scegliere di obbedire a una gerarchia immaginaria piuttosto che correre il rischio di essere assaliti dai briganti per strada, ma è bene ricordare che ciò ha un prezzo. La scelta di affidarsi a un potere astratto ci rende schiavi di un ciclo infinito: dopo una guerra (o rivoluzione) si instaura un nuovo potere astratto, che per qualche decennio riesce a risolvere le dispute in modo pacifico. Ma col passare del tempo il potere astratto viene conquistato o corrotto, e l'unico modo di difenderlo (o rovesciarlo) è ricorrere nuovamente all'uso della forza fisica. Nella nostra arroganza di crederci superiori alle leggi di natura sosteniamo un circolo vizioso che produce società sempre più grandi, vulnerabili e armate, e quindi più oppressive e distruttive.
Queste escalation ha migliorato la nostra capacità di proiezione di potere nel corso dei secoli. Siamo passati dalla clava alla spada, dalla spada al moschetto, dal moschetto al cannone, il carrarmato, il missile, la bomba nucleare tattica. Ma con le testate atomiche strategiche abbiamo raggiunto il limite cinetico della proiezione di potere. Con poco materiale, poca energia e una spesa modesta (per un governo) possiamo lanciare un ordigno in grado di uccidere milioni di persone devastando il pianeta. Questa efficienza ha superato la soglia di impiegabilità delle armi cinetiche: una bomba nucleare tattica può risolvere dispute territoriali o politiche, cosa non vera per i missili intercontinentali strategici, perché troppo efficienti. È l’efficienza - e non la potenza - a rendere devastanti le armi nucleari strategiche. Se tali armi fossero meno efficienti, cioè richiedessero enormi risorse per essere prodotte e utilizzate, le superpotenze potrebbero permettersene solo un paio a testa, e quindi impiegarle senza rischiare la mutua distruzione.
Da un punto di vista ciò sembra un bene, perché teoricamente ci impedisce di distruggere il pianeta. In realtà ci troviamo in una situazione pericolosissima, perché il pianeta è governato da circa duecento forme di potere astratto (stati nazionali) con tutti gli svantaggi già visti, tra cui:
Utilizzo di un sistema fiduciario anziché egualitario, che richiede permesso di partecipazione e presenta infinite vulnerabilità endogene
Difficoltà di contrastare, contenere o decentralizzare le forme di potere disfunzionali
Difficoltà di assegnare il controllo delle risorse agli individui più adatti a far prosperare la società nel modo migliore
Inoltre, anche se uno stallo termonucleare scoraggia (speriamo) la guerra tra superpotenze, apparentemente senza ostacolare le proteste interne, in realtà la presenza sul territorio di armi di distruzione di massa rende difficile ribellarsi ad uno stato totalitario. Ciò avviene sia per paura che un dittatore preferisca distruggere la propria nazione piuttosto di vedersi sconfitto, sia perché le altre nazioni sono restie a intervenire nei conflitti interni di una potenza nucleare, per evitare il rischio di un’escalation mondiale. Infine, per quanto rivoluzioni e guerre civili siano fenomeni tipicamente nazionali, la storia insegna che l'intervento, la pressione e la presenza di osservatori internazionali influisce sempre sulle politiche interne degli stati.
Per riassumere diecimila anni di storia: la sinergia tra pensiero astratto e ribrezzo per la violenza ci ha spinto ad abbracciare un sistema di potere immaginario, vulnerabile e fallace. Per contenere la espressioni corrotte di questo potere l'umanità ricorre a guerre e rivoluzioni. Ma ad oggi non disponiamo più di una tecnologia bellica utilizzabile senza minacciare l'intero pianeta, per cui ci troviamo in una impasse. Ciò ha permesso alle gerarchie astratte di diventare più astratte: la burocrazia è sempre più complessa, il potere più centralizzato, il denaro ha perso il legame con la realtà tangibile. Conseguentemente i cittadini si sentono oppressi e impotenti, le disuguaglianze di classe si fanno più marcate e la popolazione si lascia addomesticare senza ribellarsi, anzi: spesso volontariamente (vedi privacy e social network).
L’analogia tra evoluzione e sviluppo sociale può aiutarci a ipotizzare una soluzione biologica del problema. Gli organismi pluricellulari complessi sono composti da cellule eucariote, che col tempo si sono specializzate. Poiché l'unione delle parti è più complessa della somma, l'organismo risultante agisce manifestando una mente propria, capace di prendere decisioni autonome. Ciò suggerisce che stati e governi possano essere pensati come le menti che governano gli aggregati sociali su scala nazionale. Per nostra fortuna, in natura esistono esempi di aggregazione privi di gerarchia, che dimostrano che è possibile creare strutture complesse e funzionali sprovviste di un organo direttivo. Un esempio sono le cellule procariote, che all'occorrenza si aggregano per formare colonie di cianobatteri. Altri esempi sono i biofilm batterici o le stromatoliti, che si uniscono senza scegliere un leader né sviluppare una mente direttiva. Anche nel regno animale esistono esempi di collaborazione senza gerarchia: le colonie di api e formiche, i voli sincronizzati degli storni, le mandrie di ungulati, i gruppi di orche, le balene megattere. In tutti questi casi la cooperazione avviene attraverso interazioni collettive spontanee, senza né gerarchie né comandi centralizzati.
Forse dovremmo anche noi scoprire un modo di collaborare senza aderire alla stessa ideologia, cioè senza affidarsi a un ente centrale, immaginario e reificato, il cui ruolo viene impersonato dagli individui più egoisti e corrotti. Se trovassimo il modo di collaborare come i cianobatteri, forse potremmo godere dei vantaggi della cooperazione senza gli svantaggi di una organizzazione fondata sui poteri centrali, che sembra essere la causa principale del continuo ciclo di guerra e pace.
Fantascienza? Forse no. Una tecnologia di questo tipo esiste da oltre quindici anni. Questo sarà l'argomento dei prossimi capitoli, in cui vedremo come l'informatica sia la forma di potere astratto più potente, pericolosa e vulnerabile mai inventata dall'uomo. Ma, per nostra fortuna, l'informatica ammette una sorta di “forza fisica artificiale” che è la crittografia, la quale è in grado di contenere, smantellare e decentralizzare i poteri centrali, in modo simile a come la guerra decentralizza i poteri politici. Il vantaggio della crittografia è di assolvere alla funzione decentralizzante della guerra in modo pacifico, senza morti né distruzione.
La crittografia potrebbe essere la forza bruta pacifica in grado permettere all'umanità di evolversi in un organismo pluricellulare, più efficiente ed egualitario di quello attuale, sprovvisto di un governo centrale, e quindi libero dallo spettro della guerra.
Ad esempio, nel contesto attuale, un esempio di quanto detto si applica alla guerra tra Russia e Ucraina, dove l’Ucraina, avvicinandosi ad USA ed Europa, ha generato una sorta di aggregato sociale internazionale, innescando un'escalation che ha coinvolto alleanze sempre più ampie, e ha reso il conflitto un nodo centrale della geopolitica mondiale. Con ciò non giudichiamo il comportamento di nessuna delle nazioni coinvolte, anzi: questo è un esempio di come l’evoluzione degli organismi nazionali sia un fenomeno naturale, sottoposto alle stessi leggi dell’evoluzione biologica.
Un esempio di come il potere tenda a finire nelle mani dei più furbi ed egoisti sono Trump e Putin. Il primo ha alimentato una narrazione di vittimismo per rifiutare il risultato elettorale del 2020, anteponendo il proprio ego alla stabilità democratica. Il secondo ha scatenato una guerra per riaffermare la propria influenza geopolitica. La loro ascesa è conseguenza diretta del loro egoismo, che è il tratto selettivo necessario per conquistare i vertici del potere. Non siamo sfortunati: siamo semplicemente creature biologiche.