Passo #4 – Cambiare il mondo
New opinions are always suspected, and usually opposed, without any other reason but because they are not already common [John Locke]
Quasi tutti, almeno una volta, abbiamo tentato di cambiare il mondo. Poi, crescendo, maturando o invecchiando (questione di punti di vista) abbiamo sbattuto contro i mulini a vento, ci siamo scottati, ci abbiamo rimesso la faccia, o ci è stato donato dell'uranismo non richiesto. A questo punto, divenuti saggi o disillusi (altro punto di vista), abbiamo trovato la pace dicendo “che siamo solo una goccia nel mare”, “che il cambiamento è una chimera” o che “dovrebbero pensarci i governi, servono leggi migliori”.
Figura 1. Frankie hi-nrg mc - Rivoluzione
Ma se ci guardiamo nell'anima, quella pozza putrida e puzzolente che non mostriamo mai in vetrina, sappiamo che questa è una balla colossale. Cambiare il mondo non solo è possibile, è inevitabile. Lo dice la storia: qualche milione di anni fa vivevamo nelle caverne, secoli fa accettavamo la schiavitù come naturale, il secolo scorso le donne non potevano votare, vent'anni fa le coppie omosessuali non poteva sposarsi. Che il mondo si possa cambiare è un dato di fatto, che ci piaccia o no. Lo suggerisce anche la saggezza popolare, in mille modi diversi
Goccia dopo goccia l'oceano si riempie
Anche una valanga inizia con un singolo fiocco di neve
La forza di una nazione deriva dalla forza del suo individuo
Oppure possiamo spiegarlo in modo didascalico: c'è un incendio nella foresta, e il colibrì cerca di spegnerlo portando una minuscola quantità d'acqua nel becco. Qualcuno lo vede e gli dice
- Hey, guarda che porti talmente poca acqua, che non servi a niente!
Al che il colibrì risponde
- Beh, io faccio comunque la mia parte!
Il web pullula di storielle strappa lacrime, perciò concedetemi l'ultimo zuccherino: l'approccio allegorico. Un bel giorno, dopo una mareggiata, il mare lascia sulla spiaggia migliaia di stelle di mare morenti. Una bimba, spinta da compassione, si mette a raccoglierle una alla volta e gettarle in acqua. Ma il sole scotta, il tempo fugge e le stelle marine muoiono più velocemente di quanto la bambina riesca a salvarle. Un anziano, realista e disilluso, mormora alla fanciulla
- Guarda che sono troppe, non puoi salvarle tutte. Non puoi fare la differenza!
Ma la bambina guarda la stella marina che tiene tra le dita, sorride e la lancia nel mare
- Per lei sì ... che fa la differenza!
Spegniamo la modalità Osho e torniamo all'approccio scientifico. In fisica nucleare è ben nota la reazione a catena, che si verifica quando un nucleo instabile si divide, rilasciando energia e neutroni. Questi neutroni possono colpire altri nuclei, provocandone la divisione e generando ulteriori neutroni, creando un ciclo continuo di fissione nucleare con rilascio di energia. Qualcosa di simile accade nella società umana: se porto avanti un'idea, mettendola in pratica ogni giorno, e dopo la mia dipartita almeno due persone scelgono di imitarmi, ho potenzialmente innestato un mutamento a crescita esponenziale. Se ogni mio seguace passerà il testimone ad altre due persone, dopo due generazioni la mia prassi sarà attuata da 4 persone, poi 8, poi 16, 32 e così via.
E' un processo lento, ma se invece di due persone riesco a cambiarne una decina, compito accettabile nel corso di un'esistenza, e se i miei emuli fanno altrettanto, dopo sei generazioni il cambiamento avrà impattato 1 milione di persone! Come dire: se mia nonna mi ha trasmesso una sana abitudine e io l'ho tramandata ai miei nipoti, allora è possibile che il suo insegnamento abbia raggiunto un milione di individui.
Il paragone con la reazione a catena ci dice che il cambiamento è possibile, anche quando inizia da un singolo individuo, ma che non è mai certo. Basta pensare alle migliaia di meme che vediamo ogni giorno: diventare virali è possibile, ma per ogni video che fa il giro del web ce ne sono milioni che muoiono nel cellulare del creatore. Cambiare il mondo è sempre possibile, ma mai certo.
Un aspetto divertente del cambiamento è che esso spesso nasce dal disagio dei disadattati, emarginati, incompresi, o stupidi. I primi marinai che hanno incrociato le braccia, nel lontano 1768, sono stati coinvolti in una sparatoria e ci hanno rimesso le penne. Grazie al loro sbaglio, qualche decennio dopo altri stupidi hanno organizzato riunioni abusive tra i minatori del Galles, riunendosi di notte dietro le colline. Da questa ostinata perseveranza, quasi masochista, sono nati i sindacati, i diritti del lavoratori e il diritto allo sciopero. Ogni volta che uno stupido si immola contro i mulini a vento, altri stupidi scelgono di imitarlo. Nessuno di loro vedrà mai il cambiamento realizzarsi nell'arco della propria esistenza, ma grazie al loro sacrificio il cambiamento si trasmette di generazione in generazione, diventando movimento, ideologia, rivoluzione e infine norma vigente.
Tutto ciò suggerisce di dividere la razza umana in due categorie
I furbi, che non tentato di cambiare il mondo, bensì di campare nel miglior modo possibile, e così facendo (senza volere) difendono lo status quo, cioè ostacolano il cambiamento
Gli stupidi, che cercano di cambiare il mondo anche a patto di rimetterci, a volte perché credono fortemente in una causa, altre volte semplicemente perché stupidi
Ovviamente esistono migliaia di altre possibilità. Ci sono i geni, che cambiano il mondo grazie ad un'idea rivoluzionaria, e ne beneficiano pure. Ci sono i martiri, talmente stupidi da credere che il mutamento andrebbe ottenuto nell'arco di una vita. Oppure i benefattori, che vivono come i furbi, ma di nascosto finanziano i rivoluzionari. Ma diciamoci la verità: di geni, martiri e benefattori se ne vedono pochi. La maggior parte dei comuni mortali deve schierarsi coi furbi o con gli stupidi. Oppure, per dirla alla Nietzsche1, coi buoni o coi cattivi. Qualcuno potrebbe pensare che sia possibile fare il qualunquista, ma quando si tratta di cambiamento è impossibile restare neutrali. Qualsiasi piccola abitudine, per quanto innocente, è una presa di posizione. Nel momento in cui accendo il cellulare, consumo energia e rilascio CO2 nell'atmosfera. Non sto dicendo che ciò sia sbagliato, ma solo che ogni gesto significa prendere partito: se accendo il cellulare tutti i giorni sto agendo a favore dello status quo. Se invece faccio lo stupido, lo tengo spento e mi isolo dalla società, allora sto cambiando il mondo. A mie spese, ma lo cambio.
Esiste un modello statistico, noto come Minority Rule, che spiega come siano spesso i più ottusi a cambiare il mondo. Il concetto è semplice: prendiamo Giovanna d'Arco, una ragazzina adolescente che diventa vegana. In famiglia probabilmente all'inizio si cucineranno cose diverse: cibo tradizionale per i “normali”, roba vegana per la figlia. Se Giovanna è determinata può accadere che qualche familiare assaggi del cibo vegano, ma non accadrà mai il viceversa, perché Giovanna si rifiuta di mangiare qualsiasi derivato animale. La situazione ricorda una valvola o un diodo, cioè un dispositivo che può trasmettere il segnale solo in una direzione: il “normale” può magiare vegano, il vegano non mangia mai “normale”. Ciò significa che, di tanto in tanto (per una spesa sbagliata o un piatto bruciato), la ragazzina salterà qualche pasto. A lungo andare è naturale che l'intera famiglia trovi vantaggioso passare ad un'alimentazione vegana: si cucina una volta sola, meno pentole da lavare, carrello della spesa semplificato e abolizione dello scenario “ieri sera mia figlia non ha cenato”.
A questo punto la storia si ripete, o meglio si rinormalizza. Se la famiglia partecipa al barbecue mensile del condominio, inizialmente le famiglie piazzeranno da un lato la griglia comune, dall'altro quella per la famiglia d'Arco. Dopo qualche anno, se i d'Arco interpretano bene il ruolo della valvola unidirezionale, ci sono buone possibilità che l'intero condominio passi ad alimentazione vegana. E così via: dal condominio si passa al quartiere, dal quartiere al ghetto, dal ghetto al movimento separatista. E' così che nascono le rivoluzioni: qualche cocciuto non vuole mangiare quello che mangiano gli altri, o cucinare sulla sua griglia. Ecco perché le rivolte sono fermate arrostendo proprio il primo dei cocciuti, com'è capitato alla pulzella d'Orléans. Ed è per questo che i carnivori odiano i vegani, persino quando i vegani chiedono solo il diritto a non mangiare: hanno paura della dell'effetto “valvola unidirezionale”, ovvero della coerenza altrui.
A rigore la Minority Rule non è una regola assoluta, ma funziona solo se si verificano alcune condizioni
Il cambiamento a favore degli ottusi deve essere poco costoso
Gli stupidi devono essere ghettizzati, in modo da raggiungere una massa critica, e non sparpagliati in modo uniforme tra la popolazione
Queste condizioni sono soddisfatte spesso. Per un’azienda è meno costoso produrre solo cibo senza glutine, piuttosto che duplicare ogni prodotto, perché i “normali” non boicottano gli alimenti per celiaci. E gli stupidi sono quasi sempre ghettizzati, dalla società o da loro stessi. Basta pensare al comportamento degli immigrati, come gli italiani all’estero: frequenti solo i tuoi connazionali, eviti i bar che servono caffè annacquato e i ristoranti che mettono l’ananas sulla pizza.
La morale è che il cambiamento è sempre possibile, se lo neghiamo è solo per disimpegno morale, per acquietare la dissonanza cognitiva che ci tortura la coscienza. E' più facile convivere con l'idea che “cambiare il mondo non è possibile” piuttosto che accettare che “siamo responsabili dello status quo”. Se volete davvero cambiare il mondo, vi basta non scendere a compromessi. Come diceva Gandhi: siate il cambiamento che volete vedere nel mondo. Vi diranno che non serve a nulla, ma fatelo lo stesso. Non per il risultato, ma per il potere dell'esempio: qualcuno vi vedrà, vi guarderà strano e riderà di voi. Se ciò accade, avete già vinto. Perché ogni nuova idea è vista con sospetto, osteggiata e derisa. Se ridono di voi, o meglio ancora vi temono, siete sulla strada giusta. Significa che la vostra idea è nuova, disturbante, minaccia lo status quo. Dovete solo accettare che il mutamento si manifesterà nei secoli, ma che voi ne pagherete il prezzo in questa vita. Perché il cambiamento è come un mutuo al contrario: noi paghiamo l'interesse oggi, i nostri nipoti ereditano la casa domani. Il mondo si cambia per i posteri, non per sé stessi.
Fortunatamente esistono eccezioni a questa regola: se siamo i primi a cavalcare il cambiamento, come ad esempio durante una corsa all'oro, abbiamo una possibilità di cambiare il mondo e guadagnarci, invece che rimetterci. E' per questo che nella rubrica Karildex tento di seminare briciole di conoscenza scientifica, sociale ed economica: per cambiare il mondo non solo per i posteri, ma per noi stessi.
Nel suo libro “Al di là del bene e del male” Nietzsche teorizza che esistano principalmente due tipi di morale: la morale dei ricchi (astuzia, furbizia, profitto) e la morale dei poveri (onestà, sacrificio, solidarietà)