Blocco#17 – Potere politico
L’autorità non ha bisogno della verità. Ha bisogno solo di obbedienza
La contrapposizione tra potere fisico e potere astratto può essere paragonata all'eterno scontro tra istinto e razionalità, Es e Super Io, passione e morale, poesia e cinismo. Ci piace illuderci di esserci affrancati dall'uso della forza fisica, ma ogni giorno colonizziamo ettari di terra, uccidiamo animali e raccogliamo ortaggi. Tutto ciò che possediamo o consumiamo è conquistato con la forza, una ruspa, una trivella, un trattore, una trebbiatrice o un mattatoio. Abbiamo sofisticato il nostro stile di vita per ottenere cibo e vestiti tramite il denaro, ma all'origine c'è sempre del lavoro fisico. Da qualche parte le risorse vengono estratte, minate, raccolte, allevate o macellate.
Non siamo diversi dagli animali, anzi: siamo predatori talmente abili da dominare sull’intero pianeta e giustificare la guerra all'entropia con la narrativa dei conquistatori civilizzati. Partecipiamo più o meno consapevolmente a un colossale gioco di ruolo dal vivo, un LARP su scala mondiale, dove fingiamo che sia possibile risolvere le dispute, conquistare risorse e trovare consenso sulla legittima custodia della proprietà in virtù di regole, leggi e governi. In realtà, dietro alle quinte, la società umana prospera grazie alla proiezione di potere fisico sull'ambiente. I consumatori sono lupi che si credono pacifisti solo perché non si uccidono tra loro, ma nel frattempo arraffano e divorano tutto ciò che luccica sugli scaffali. Tanto basta un click.
Nel blocco#12 abbiamo visto che il successo del potere astratto è imputabile a diversi fattori, sia positivi che negativi. La fede nelle utopie astratte giustifica le differenze di classe, definisce le gerarchie, riduce gli episodi di violenza, mitiga il disagio generato dallo sfruttamento del pianeta. Ciò induce un bias cognitivo che rende difficile analizzare i benefici di guerre e rivoluzioni in modo imparziale, perché siamo abituati a negare a priori i vantaggi del potere fisico.
Discutere la fede nel pacifismo è una questione complessa. Alcuni ritengono che il pacifismo sia una contraddizione, visto che siamo i predatori alfa del pianeta. Da questo punto di vista il processo di civilizzazione sarebbe il modo “naturale” di assoggettare piante e animali con la forza, nascondendo la polvere sotto il tappeto (e il sangue nei mattatoi). Chi invece crede nel pacifismo cita il nostro addomesticamento come prova che possiamo modificare la natura umana.
La sostenibilità del pacifismo è una questione aperta: ognuno di noi ha un’opinione diversa sul genere umano, condizionata dal contesto storico, culturale e geografico. Non ci interessa che il lettore abbia una posizione militarista o pacifista: ci interessa solo evidenziare le differenze tra potere astratto e potere fisico, senza esprimere giudizi. Il potere astratto è vulnerabile, perché manipolabile dai cacciatori-narratori, ma si manifesta in modo civile e non sanguinario. Al contrario il potere fisico è democratico, trustless e permissionless, ma si esprime spesso in modo violento.
Proviamo a mettere in discussione entrambi i punti di vista, senza pregiudizi. L’obiettivo è indurre nel lettore un senso critico nei confronti delle convenzioni sociali, in modo simile a come la scienza cerca di falsificare le teorie conosciute, anziché confermarle con esperimenti viziati da pratiche di cherry picking. Dato che gli svantaggi del potere fisico sono evidenti (violenza, guerra e morte), approfondiamo gli svantaggi delle forme di potere astratto, più nascosti e sibillini. In particolare ci concentreremo sulle problematiche del potere politico, da secoli uno dei poteri astratti più influenti.
Consideriamo il congresso degli Stati Uniti, composto dallo 0,00008% della popolazione. Ciò significa che se la società statunitense fosse costituita da un 99,99992% di persone altruiste, oneste e pacifiche, basterebbe che il restante 0,00008% della popolazione fosse egoista, disonesto o guerrafondaio per avere un problema. Gli egoisti sono incentivati a salire al governo, perché interessati ad approfittare del potere politico per modificare le leggi a proprio vantaggio. Poiché il potere astratto facilita l'ascesa dei cacciatori-narratori più abili nel raccontare storie, è plausibile che la maggior parte dei membri del congresso siano proprio gli americani più egoisti, disonesti o espansionisti.
In altre parole, il potere astratto porta le società più prospere e indifese (basso rapporto costi-benefici) a essere “catturate” dagli individui più abili nel raccontare storie. Nel corso dei millenni centinaia di civiltà sono state conquistate grazie al potere della narrazione, non solo politicamente ma anche per mezzo di poteri astratti culturali, religiosi ed economici. È quindi plausibile che - se una società contiene una minoranza di individui falsi o intrallazzoni - essi sono i più adatti a salire ai vertici del potere.
In estrema sintesi: una società basata sul potere astratto, in particolare quello politico, è destinata a essere conquistata dagli individui più furbi ed egoisti, per cui è inevitabile che la classe politica sia composta principalmente dagli elementi più corrotti della società. Non è colpa del sistema elettorale, della cultura o della geografia ma, ahimè, è una legge naturale.
Nel 1887 Lord Acton scriveva che “Il potere tende a corrompere, il potere assoluto corrompe in modo assoluto”. I pochi onesti che salgono al potere vengono prima o poi corrotti dal sistema (o allontanati, se non si adeguano). A tal fine le agenzie di intelligence conservano dossier sui politici più importanti, raccolti documentando situazioni compromettenti già prima delle elezioni, per essere pronti a usarle dopo, in caso di vittoria del candidato. La maggior parte dei dibattici politici si fonda sull'arte di denigrare l'avversario, sbandierandone le contraddizioni o gli scandali privati, anziché discutere programmi di governo. La politica premia i più abili nel denigrare gli antagonisti, anziché selezionare i migliori.
Dal punto di vista dell'economia primordiale un governo corrotto non è la causa dei problemi politici, bensì un effetto della selezione naturale, ovvero della tendenza dei cacciatori-predatori a conquistare gli organismi con un maggiore rapporto costi-benefici. Come ogni organismo indifeso e appetibile, anche le società governate dal potere astratto tendono a essere conquistate dai predatori più furbi, falsi ed egoisti. Nel contesto umano ciò avviene facendo leva sulla narrazione di un'utopia. L’aspetto più grave è che, una volta ottenuto il potere, questi predatori possono addirittura cambiare le regole del gioco, centralizzando ancor di più il potere nelle mani dei più scaltri e corrotti.
Come visto nel blocco#14, l’adozione di sistemi basati su leggi astratte permette di scalare a livello nazionale i benefici di una gerarchia, ovvero risolvere le dispute, acquisire nuove risorse e trovare consenso sullo stato di legittima custodia della proprietà, riducendo il rischio di fare a cazzotti col vicino di casa. Queste sono le medesime funzioni assolte dal potere fisico, con una differenza: una gerarchia basata sul potere fisico difende la società anche quando attaccata da un predatore esterno (difesa militare) oppure quando un individuo corrotto sale al potere (rivoluzione). Al contrario, il potere astratto è incapace di difendere la società dai predatori (interni o esterni ad essa). Un nucleo sociale regolato da una gerarchia astratta non solo è indifeso, ma prima o poi finirà con l'essere governato dalla minoranza degli individui più abili nel raccontare storie. Per nostra fortuna, a differenza del potere fisico, il potere astratto funziona solo all'interno dell'aggregato sociale che lo adotta come ideologia (solitamente uno stato o nazione).
Ciò è confermato dal fatto che le nazioni più civilizzate, benestanti e prosperose sono anche le più forti, armate e belligeranti. Lo stesso accade in natura: gli animali che vivono in libertà, senza pericolo di essere sottomessi (perché più forti o aggressivi), sono dotati di zanne, artigli o armi letali. Al contrario bovini, suini e pennuti, che vivono in modo relativamente pacifico, non sono riusciti a realizzare una società serena, ma sono diventati bistecche, pancetta e petti di polli. Ciò suggerisce ancora una volta che noi esseri umani ci siamo auto addomesticati e auto narcotizzati: ci piace pensare di non poter essere preda di alcun cacciatore, ma in realtà siamo continuamente sottoposti alla conquista dall'esterno (invasione o colonizzazione) e dall'interno (corruzione o despotismo).
A questo punto è utile ricordare il diagramma discusso nel blocco#8, quando abbiamo analizzato le dinamiche sociali che regolano l’accesso alle risorse in virtù del potere fisico (naturale e tangibile).
Poiché il potere astratto è un modo convenzionale, pacifico e scalabile di regolare l’accesso alle risorse, anche una società governata dal potere politico determina uno schema di relazioni simile, con la differenza che in questo caso il potere è virtuale, cioè immaginario (nonostante venga reificato dalla nostra mente).
Nel contesto di una gerarchia astratta tutto funziona come se il potere fosse reale, i leader comandano e i sottoposti ubbidiscono. Ma c’è una differenza: dato il ruolo decentralizzante di guerra e rivoluzioni, in questo caso il potere fisico svolge il ruolo di controllore del potere astratto. I detentori del potere fisico interagiscono sia con lo schema reale, quello che regola il rapporto tra leggi di natura e accesso alle risorse, sia con lo schema astratto, che regola i rapporti tra i subalterni e le regole immaginarie.
Ciò può essere espresso unendo i due diagrammi in un solo schema, evidenziando il ruolo di controllore (imprescindibile e naturale) svolto dal potere fisico.
Il diagramma mostra come i “guerrieri” siano gli unici ad avere il potere effettivo di conquistare o difendere le risorse, proiettando potere fisico e tangibile. Ciò può avvenire in modo legittimo (forze dell’ordine o militari) o illegittimo (rivoluzionari o criminali). I leader politici possono proiettare solo potere astratto, principalmente allo scopo di cambiare il possesso nominale di una risorsa sulla carta (notai e legali). Oppure possono chiedere alle forze dell’ordine di far applicare in modo forzoso la legge, reificando così il loro potere. La relazione più interessante è quella vigente tra i cosiddetti guerrieri e il potere astratto, che permette ai più forti (perché armati) di rafforzare il potere astratto o di smantellarlo.
Riassumendo:
Il potere astratto è costretto a “sottoscrivere” le leggi della fisica, perché niente e nessuno può eludere (o ignorare) la realtà tangibile
Il potere fisico agisce spontaneamente per decentralizzare il potere astratto (guerre e rivoluzioni), ma noi esseri umani lo usiamo anche per rafforzare il potere astratto, o meglio reificarlo. Ciò avviene quando le forze dell'ordine fanno applicare le leggi, arrestano un criminale, espropriano un bene privato o difendono un capo di stato. Come spiegato nel blocco#9, tendiamo a ritenere reale le esperienze che soddisfano un reality check (toccare un oggetto, darsi un pizzicotto), cioè tutto ciò che si manifesta tramite un “feedback meccanico”, che in questo caso è l’operato delle forze dell’ordine
Il potere astratto può chiedere al potere fisico di intervenire per conquistare nuove risorse, invadere nazioni, domare una rivolta o proiettare potere (organizzando ad esempio una parata militare). Allo stesso tempo il potere fisico può chiedere al potere astratto di legittimare il proprio operato, affinché i guerrieri vengano accettati dai cittadini come necessari
La conclusione è che il potere astratto è un'allucinazione collettiva, un’invenzione a cui accettiamo di credere per illuderci di vivere in una società affrancata dalla violenza, mentre in realtà la violenza è solo regolamentata e legittimata. Questa illusione ci permette di divere senza uccidere persone, abbattere alberi o macellare animali, usando il denaro per delegare la violenza perpetuata ai danni dell'ambiente. Occhio non vede, cuore non duole.
Nel prossimo capitolo analizzeremo il ruolo del potere economico, in quanto strumento perfetto per delegare e nascondere le violenze operate dalla società umana. Perché il denaro, specialmente se corrotto, è la radice di ogni male.