Nel blocco precedente abbiamo analizzato il ruolo decentralizzante del potere fisico, soffermandoci sulla sua capacità di smantellare le gerarchie di potere astratto, fondate su convenzioni sociali come credenze, ideologie e governi. Ciò non significa che dovremmo diventare guerrafondai, né smettere di essere pacifisti, ma chiederci se siamo vittime di un bias cognitivo imposto da chi ci governa (i guardiani dell’utopia).
Il potere astratto funziona meglio quando il popolo è docile e mansueto, cioè se i cittadini aborrano la violenza. Il disagio che percepiamo nel valutare i vantaggi della forza fisica potrebbe essere conseguenza di tale addomesticamento. Come nel caso dei bastoncini colorati, è impossibile disattivare un condizionamento cognitivo: una volta addestrati a interpretare un codice, non possiamo fare a meno di decifrare il mondo attraverso di esso.
Analogamente, poiché le forme di potere astratto condannano l'uso della forza fisica, non possiamo disattivare la dissonanza cognitiva generata dalla frizione tra ciò che sentiamo giusto (la pace) e ciò che ci propone Madre Natura (l'uso della forza per decentralizzare il potere).
Chiariamo il concetto. In alcuni casi la guerra può decentralizzare il potere astratto e impedire (in modo purtroppo violento) che territori e risorse siano accumulati nelle mani di pochi individui. Siccome i sistemi di potere astratto condannano la violenza è difficile, sia a livello cognitivo che morale, riconoscere l’aspetto decentralizzante di guerre e rivoluzioni. Ammettere che la forza fisica abbia una funzione evolutiva non significa giustificare la violenza, bensì analizzare i motivi che ci fanno percepire immorale l’uso dei muscoli. Si può essere consapevoli di questo meccanismo e restare pacifisti, così come è possibile ammettere che talvolta sia vantaggioso rubare, ma continuare a vivere onestamente. Un conto è riconoscere che un comportamento sia utile al singolo individuo, un conto è approvarlo.
Una metafora che spiega i benefici della forza fisica è quella delle porte tagliafuoco. Questi dispositivi di sicurezza evitano che un incendio si propaghi velocemente in un edificio, contenendo le fiamme all'interno dell'area coinvolta. In modo simile, l'esistenza di eserciti in grado di difendere i confini permette di contenere le ideologie avversarie all'interno delle altre nazioni: se un'ideologia tossica prende piede in un paese, o un dittatore conquista il potere assoluto, l'esistenza di confini territoriali ostacola e rallenta la propagazione dell'ideologia corrotta.
Un esempio storico riguarda l’editto di Milano del 313. Pubblicando il documento Costantino e Licinio hanno immediatamente legalizzato il cristianesimo nell'impero romano (almeno sulla carta). Al contrario, fuori dai confini dell'impero sono serviti secoli di martiri, missionari, crociati e coloni per evangelizzare i cosiddetti barbari. Ciò è confermato dal fatto che la religione cristiana si è diffusa più velocemente nelle regioni centrali dell'impero rispetto a quelle periferiche. Un discorso simile vale per il marxismo, che è stato adottato rapidamente in Unione Sovietica, ma ha impiegato decenni per diffondersi nel resto del mondo.
Una volta accettata la funzione decentralizzante del potere fisico possiamo svelare il primo arcano: gli argomenti trattati nei capitoli precedenti sono un'analisi dei benefici dell’energia corporea, camuffati da argomenti biologici, zoologici e antropologici. Abbiamo discusso le leggi dell'economia primordiale apposta per aggirare il bias cognitivo che ostacola il riconoscimento dei vantaggi del potere fisico. Se avessimo detto sin dall'inizio che parlavamo di guerre e rivoluzioni, qualcuno avrebbero recepito il messaggio filtrato dai propri condizionamenti morali.
La guerra è l'applicazione su larga scala dell'economia primordiale, perché spinge i predatori a conquistare e depredare gli organismi con il più elevato rapporto costi-benefici (abbreviato come BCR): in questo caso le nazioni più ricche e indifese. Nell'ambito di questa metafora, un piano di difesa strategico sarebbe l'applicazione del dilemma della sopravvivenza a livello nazionale, ovvero: come agisco per difendere il mio benessere? Aumento la mia capacità di danneggiare l'attaccante, riduco la mia prosperità, o accetto il rischio di essere conquistato dai predatori?
Nel caso di una nazione il rapporto costi-benefici (BCR) si può stimare dividendo la ricchezza nazionale (il fattore BA) per la sua forza militare (il fattore CA). Conseguentemente, quando la ricchezza di una nazione aumenta, essa deve scegliere tra le medesime opzioni disponibili agli organismi viventi:
Non fare nulla, lasciando aumentare il BCR ed esponendosi al rischio di conquista (dall’interno o dall’esterno)
Aumentare il CA (forza militare) in proporzione all'aumento del BA (ricchezza nazionale). Questa scelta assottiglia il margine di prosperità, perché se tutte le nazioni incrementano la potenza bellica allora l'ambiente diventa più ostile (diminuzione del livello CCCH), e il margine di prosperità diminuisce per tutte le nazioni collocate in quella zona del pianeta
Aumentare il CA (forza militare) più di quanto sia cresciuto il BA (ricchezza nazionale), sperando che questa strategia la renda meno appetibile degli altri
I quattro aspetti dell'evoluzione naturale discussi finora, ovvero:
Blocco #3: l'economia primordiale come conquista delle creature col BCR più elevato
Blocco #3: il dilemma della sopravvivenza per decidere come gestire il proprio BCR
Blocco #7: il vantaggio di cooperare per sopravvivere
Blocco #8: la necessità di evolvere per sopravvivere
Sono anche i quattro fondamenti dell'arte militare, rispettivamente:
Economia primordiale: la guerra come competizione per il controllo delle risorse più appetibili
Dilemma della sopravvivenza: il bilanciamento tra ricchezza e potenza bellica
Cooperazione: il vantaggio di allearsi con altre nazioni per affrontare un nemico comune
Innovazione: la necessità di sviluppare tecnologie belliche sempre più efficienti
In altre parole: la selezione darwiniana (sopravvivenza degli individui più adatti) si manifesta a livello cellulare come economia primordiale, a livello animale come legge del più forte, a livello umano come arte della guerra. Da questo punto di vista la guerra sarebbe solo una delle molteplici manifestazioni del potere fisico, che si esprime diversamente a seconda del contesto biologico, zoologico o antropologico.
Una volta accettata la funzione naturale, per quanto moralmente opinabile, della forza fisica come mezzo per risolvere le dispute, conquistare risorse e trovare consenso sulla legittima catena di proprietà delle risorse, possiamo confrontare le diverse tecniche di applicazione del potere. Questa analisi è nota come teoria di proiezione del potere, il cui scopo è valutare l'efficienza di una generica manifestazione del potere (fisico o astratto).
Nell'economia primordiale, come nella lotta per il dominio sul branco, quel che conta non è la forza ma come essa viene proiettata verso l'esterno. Le corna dei cervi sono un modo di applicare potenza (watt di energia cinetica) in modo intelligente, perché garantiscono i benefici della forza bruta senza uccidere l'avversario. Le corna possono essere considerate un’applicazione ottimizzata di ciò che abbiamo chiamato Prova di Lavoro. L'abbaiare del cane, il soffiare del gatto e lo schieramento delle formiche sono modi di proiettare potere fisico senza consumare tutta l'energia richiesta, presentando in sua vece una ricevuta della potenza a propria disposizione.
La Prova di Lavoro è uno dei tanti modi di proiettare potere, consumando energia per manifestare il controllo su una risorsa o territorio. Anche la supremazia militare è una tecnica di proiezione del potere, che non sempre implica un conflitto armato. Esistono modi alternativi di proiettare la potenza bellica: lo schieramento di truppe, le esercitazioni, le parate militari, il pattugliamento aeronavale dei confini, l'impiego dell'esercito durante i disastri naturali, la guerra cibernetica, l'intelligence, il sabotaggio, il terrorismo, lo spionaggio eccetera.
Nel corso di miliardi di anni le forme di vita sono state selezionate in base alla loro capacità di proiettare il potere fisico. Questa abilità è selettiva tanto nell'economia primordiale quanto nella lotta tra mammiferi. Persino lo sbarco sulla Luna può essere interpretato come la proiezione di potere fisico e astratto. Il primo uomo che ha camminato sul nostro satellite parlava inglese (la lingua della nazione più colonialista), era americano (la nazione più forte militarmente) e viaggiava a bordo di un razzo (l'arma usata per proiettare potere tramite missili intercontinentali).
Lo sbarco sulla Luna conferma il potere della narrazione. In quegli anni i cacciatori-narratori posti ai vertici della piramide riuscirono a raccontare storie in grado di ottenere consenso sociale. Nonostante si fosse in periodo pacifista e rivoluzionario, con l'opportuna narrativa le superpotenze giustificarono la spesa nella ricerca missilistica, spingendo gli operai a produrre armi belliche col pretesto di proiettare potere verso la Luna. Questa narrativa permise di tenere a bada il popolo e progettare armi da guerra col pieno consenso, anzi l'entusiasmo, dei lavoratori. Grazie al potere della narrazione le superpotenze presero due piccioni con una fava: addomesticare la popolazione e proiettare potere fisico al di là della superficie terrestre.
Conclusioni
Evoluzione, legge del più forte, guerre e rivoluzioni sono tutte manifestazioni dell'economia primordiale, cioè un modo (naturale) di stabilire le gerarchie sociali affidandosi al potere fisico. Non vogliamo assolutamente giustificare la violenza, che è quasi sempre riprovevole1. Stiamo solo ipotizzando di essere tutti vittime di un bias cognitivo che rende difficile analizzare la questione in modo scientifico, poiché un effetto del processo di civilizzazione è proprio l'addomesticamento della nostra specie, da cui una percezione filtrata e condizionata della forza fisica.
La razza umana è una delle poche specie ad aver vincolato il potere fisico a quello astratto, allo scopo di ridurre apparentemente l'uso della violenza. Scriviamo apparentemente in corsivo perché il passaggio dal potere fisico al potere astratto ha solo regolamentato l'uso della violenza, condannandone l'uso da parte dei cittadini, ma legittimandone l'uso da parte delle forze dell'ordine, militari e agenti statali. Ciò è confermato dal fatto che storicamente hanno fatto più vittime i conflitti tra nazioni, resi possibili dalla collaborazione di milioni di cittadini (uniti dalla fede nella medesima utopia), piuttosto che gli scontri sanguinari tra i singoli individui.
Infine, abbiamo visto che ogni forma di potere è più o meno capace di essere proiettata, cioè di manifestarsi sul piano tangibile. Il potere astratto (politico, religioso o culturale) può essere considerato una delle forme più efficienti di proiezione del potere, perché con una sola firma (pochi watt di energia) un capo di stato può imporre forza fisica su milioni di cittadini (molti watt di energia), ritirandogli la patente, vietando l'espatrio, arrestandoli o mandandoli in guerra2.
Ciò potrebbe spiegare perché siamo diventati i predatori più pericolosi del pianeta. Come ogni creatura vivente siamo condizionati dalle leggi dell’economia primordiale, ma grazie a linguaggio, narrazione e utopie abbiamo trovato il modo di amplificare la nostra capacità di proiettare potere sull’intero pianeta, e oltre.
Nei prossimi capitoli vedremo come la proiezione di potere si esprime nei contesti politico ed economico, permeando da migliaia di anni ogni aspetto della società umana, e non solo.
Poiché la storia è scritta dai vincitori è impossibile stabilire in modo oggettivo quando la violenza è giustificata o immorale. La differenza tra un partigiano e un terrorista non sta nel modo di impugnare le armi, ma nell’esito finale della lotta. Spetta all’ideologia vincente decidere se giudicare le azioni violente come resistenza contro l’oppressore, oppure come terrorismo illegittimo (ai posteri l’ardua sentenza).
L’alta efficienza non implica che la proiezione di potere sia etica o corretta, perché il potere astratto è vulnerabile per definizione, in quanto soggetto ai capricci di chi comanda. Vedasi il voltafaccia della politica proibizionista nel Canton Ticino nel 2003, o la modifica al codice stradale italiano del 2024, che minaccia il ritiro della patente a chi segue terapie prescritte dal medico, lucido sì, lucido no.